segunda-feira, 7 de outubro de 2019

L'ultimo


ULURU: l’ULTIMO ASSALTO


Dal 26 ottobre sarà proibito scalare Uluru, il famoso monolito australiano conosciuto in passato come Ayers Rock. La data comemora il 34º anniversario della restituzione della diritti sulla terra al popolo Anangu, che considera la montagna sacra e interpreta le sue curiose forme come tracce lasciate da esseri ancestral durante l’epoca di creazione detta tjukurpa, liberamente traducibile in “era del sogno”. Da anni un cartello all’inizio dell’ascesa prega di evitare la salita, ilustrando le credenze locali e i rischi dovuti al terreno ripido e roccioso – com una vecchia catena come única protezione –, ai colpi di calore e ai malori di vario tipo; l’invito a rinunciare alla scalata era largamente accolto, tanto che nel 2010 soltanto un visitatore su cinque l’affrontava. Ma l’avvicinarsi dell’entrata in vigore del divieto, annunciata un paio di anni fa, ha indotto una frenética corsa all’”ultima salita”, con il numero di scalatori più che raddoppiato (fino a più di 500 al giorno) e il conseguente aumento dei problemi di sicurezza e anche ambientali, perche sull’intera montagna non esistono servizi igienici né cestini per i rifiuti e ai suoi piedi è diffuso, benché vietato, il campeggio libero. A indignare gli Anagu è anche il comportamento di alcuni turisti che, sospinti dall’attimo di vanagloria esibizionista regalato dai social network, ritengono spiritoso condividere immaginari e filmati di ogni genere, da quello del campione sportivo che gioca a golf sulla gobba di Uluru alla porno star che ha improvvisato uno spogliarello extemporâneo, seguita da numerosi imitatori. Tutto questo a breve cesserà, la catena e i suoi ancoraggi saranno rimossi e ogni segno di presenza umana sarà cancellato dal possente monólito, restituito ai suoi abitatori animali e alla sua ancestrale sacralità.

Mario Vianelli
in Montagne360 – La revista del Club alpino italiano (nº 85, outubro de 2019, p. 9)



Pintura: Ray Partridge  © "Uluru - Ceremonial Treks"
Foto: Pedro Cuiça © Messner Mountain Museum Firmian (Tirol do Sul, 14/ Out. 2016)

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