terça-feira, 6 de novembro de 2018

Ritratti


Ritratti di alpinisti

Oberto, Orsini e Bisaccia: tre uomini com la montagna nel cuore e nelle azioni

© Giuseppe Oberto

© Mario Bisaccia

Ogni alpinista ha la sua storia. Anzi, ogni alpinista è la sua storia. Cambiando un verbo, ecco che la stessa frase assume un significato tutto nuovo.
Perché un conto è poter reccontare ciò che si è realmente vissuto, altra cosa è assumere quelle esperienze come un concentrato d’immagini, emozioni e stati d’animo che i nostri sensi hanno percepito e tradotto. Elementi che sono stati capitalizzati e transformati in energia. Una carica capace di incidere sulla vita, sul carattere e perfino sulla Storia. Quella com la S maiuscola che non appartiene più solo alla persona ma che, al contrario, diventa un patrimonio pubblico. E quel patrimonio, oggi, noi lo mettiamo nero su bianco in queste pagine. Me mettiamo in edidenza i contrasti, le spigolature e le tante luci che l’hannoi illuminato consentendogli di continuare a risplendere nel tempo. Contrasti che comiciano a farsi evidenti già in certe foto epiche scattate prima che l’immagine a colori fosse alla portata di chiunque. Abbiamo raccontato le imprese sull’Himalaya di Giuseppe Oberto, che Teresio Valsesia definisce «modesto e riservato». Eppure questo grand’uomo, pur essendo refrattario alle luci della notorietà, ha impresso sulle luci dei ghiacciai imprese straordinarie. È morto solo tre mesi fa, ma il suo nome continueremo a citarlo a lungo insieme ai più grandi alpinisti del Novecento. Passando da una narrazione all’altra, abbiamo deciso di raccontare anche la storia del geologo Antonio Orsini, che oltre a essere uno dei fondatori della Società italiana di Scienze Naturali há participipato alla prima ascensione del Corno Piccolo del Gran Sasso. Era il 1840. Una triade di storie diverse tra loro, ma accomunate dall’amore per la montagna, che non potevano che chiudersi com il ritratto di un altro grande alpinista che non ci há lasciato solo il ricordo delle sue scalate. No, Mario Bisaccia há fatto qualcosa di più. Qualcosa di ugualmente grande. Era un caposcuola indiscusso, era un innovatore. Caratteristiche, queste, che hanno lasciato il segno. Il più evidente? Il nodo Mezzo Barcaiolo, utilizzato per assicurare. E lui, Bisaccia, ce l’há lasciato in eredità.
[CALZOLARI, 2018: 15]

© Nó dinâmico


NOTAS
· O destaque de certas palavras a negrito é de nossa autoria.
· As fotografias dos alpinistas e a figura do nó dinâmico foram retiradas da Web.

REFERÊNCIA BIBLIOGRÁFICA
CALZOLARI, Luca. Ritratti di alpinisti in Montagne360 – La rivista del Club alpino italiano, nº 74, Novembro de 2018, pp. 80



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