segunda-feira, 27 de agosto de 2018

Ecologia do Saber


Al pari dell’orticoltura, del camminare, della caccia e della pesca, per Thoreau la scrittura così come la lettura sono delle vere e proprie pratiche di appropriazione e costruzione dello spazio, innanzitutto interiore e in seguito circostante: «Tutto il cambiamento è in me» e parte de me. Lo dimostrano infatti i riferimenti letterari dell’autore ai pochi volumi portati con sé e presenti nella sua biblioteca, dal cui uso si evince chiaramente, al di lá dei richiami alla cultura clássica e alle filosofie orientali comuni nel Romanticismo (basti solo pensari a Goethe, Schopenhauer e Nietzsche), l’aspirazione dell’umanitá sai al superamiento di se stessa che all’emancipazione dalla propia condizione di bruta inferiorità e dalla cattività della civiltà, sia all’appartenenza all’intero della natura:

Ognuno è edifocatore d’un tempio, chiamato il suo corpo. Al Dio che adora, in uno stile suo proprio e non può tralasciarlo scapellando al posto del marmo. Siamo tutti scultori e pittori, e il nostro materiale sono la nostra carne, il nostro sangue e le nostre ossa. Ogni nobilità comincia subito a raffinare le fattezze dell’uomo; ogni bassezza e sensualità a imbruttirle.

Dalla rivalutazione della corporeità e del ruolo delle passioni, pasa dunque la difesa della totalità della vita, dell’essere come bios, il ritorno allá natura non come un regresso allo stato di esistenza dei selvaggi o dei primitivi, bensí come meditazione della mortalità nell’eternità dell’ordine cósmico, la cui perfezione permanece e diviene tanto nell’uno quanto nei molti, nel tutto come nel singolo. Solo considerando questa completa immersione dell’Io nell’alterità che lo costituisce, si può infatti pensare l’umano senza discontinuità ontológica com il resto del mondo naturale.
(…)
La difesa della frugalità e della sobrietà dei costumi, in opposizione a una società che è fondata sull’illusione di «sprecare la parte migliore della própria vita per guadagnare denaro com cui godersi una libertà incerta nel período meno prezioso dell’esistenza», creando falsi bisogni, e che distribuisce in maneira diseguale i beni tra gli uomini, sono tra i lasciti più importante di questo libro per l’epoca contemporânea. In tal senso, la povertà deve essere lo stato che l’uomo deve assumere per poter ritornare a vivere in comunione com la natura: privandosi non solo dei lussi e di tutto ciò che è supérfluo, ma anche dei mezzi, delle risores, di un’abitazione e di ogni proprietà, l’uomo diviene costretto ad affinare le proprie capacità natural, a inventare sai nuove tecniche che forme di vita:

Sono sicuro che se tutti gli uomini dovessero vivere semplicemente [], i furti e le rapine non esisterebbero più. Tali misfatti avvengono nelle comunità nelle quali molti hanno più del necessário, mentre altri non hanno abbastanza.

Ciò non significa affato, come si vede anche dai rapporti che Thoreau intratteneva sia coi vicini di campagna che con gli abitanti di Concord, un total discredito della civiltà e un isolamento da essa, a favore di un imprecisato eremitaggio per luoghi più o meno solitari e desolati. Lo scopo di questo libro [Walden, overo Vita nei boschi] è ètico ancor prima che politico. La purificazione dell’Io dalle abitudini della vita nella società (siano ese il mangiar carne o il partecipare ad attività mondane) e l’adattamento allá vita nei “boschi” sono solo il primo passo verso la constituzione della nuova comunità, per la cui apertura all’impertubabilità e allá fermezza del saggio va naturalmente commissionata l’ecologia del sapere.
[INGALLINA, 2017: 494-496]


REFERÊNCIA BIBLIOGRÁFICA
INGALLINA, Pietro. Scrivere ed abitare la Natura. La vita saggia come Ecologia della mente in Walden di Thoreau. Dipartamiento di Scienze Umanistiche – Universitá degli Studi di Catania; Siculorum Gymnasium – A Journal for the Humanities, LXX, III, 2017, pp. 493-497.

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